I costi dello smantellamento e dello smaltimento dei rifiuti radioattivi devono essere sostenuti dai proprietari degli impianti nucleari, secondo il principio "chi inquina paga". Essi si assumono la responsabilità finanziaria e contribuiscono costantemente ai fondi per lo smantellamento e lo smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, l'obbligo di sostenere i costi e il rischio di costo non sono trasferiti ai fondi, ma rimangono ai proprietari degli impianti nucleari.
Se i contributi versati da un proprietario ai fondi non sono sufficienti, il proprietario deve coprire l'ammanco con le proprie risorse. Se questi ultimi sono insufficienti, i fondi copriranno inizialmente i costi rimanenti con le proprie risorse. Il proprietario deve restituire ai fondi l'importo dovuto, compresi gli interessi, entro un termine stabilito dal Consiglio federale.
Se un proprietario di un impianto nucleare è insolvente e non è quindi in grado di effettuare un pagamento o un rimborso ai fondi entro il termine stabilito dal Consiglio federale, gli altri proprietari sono responsabili in proporzione alla loro quota di contributi. Essi devono effettuare tali contributi aggiuntivi con fondi propri. Se gli altri proprietari non sono in grado di colmare l'ammanco, l'Assemblea federale deciderà se e in quale misura la Confederazione dovrà contribuire ai costi.
Di conseguenza, non esiste un meccanismo automatico che permetta al settore pubblico di sostenere i costi. Il governo federale arriva solo per ultimo nella cascata dei costi in cinque fasi. Ulteriori meccanismi di salvaguardia garantiscono che i proprietari degli impianti nucleari finanzino la disattivazione e lo smaltimento in modo affidabile e completo.
Se il rendimento non viene raggiunto durante un periodo di investimento di cinque anni, i proprietari degli investimenti principali devono versare contributi più elevati ai fondi. Se il capitale accumulato è al di sotto di una fascia specificata dalla Commissione per due date di bilancio consecutive, la Commissione del Fondo avvierà misure correttive. La Commissione ha fissato una deviazione dal valore target dei fondi pari a -10% come larghezza di banda inferiore.
Questo meccanismo fa sì che l'accumulo dei fondi non dipenda eccessivamente dall'andamento del mercato dei capitali. I proprietari degli impianti nucleari devono versare tempestivamente l'intero contributo ai fondi. Inoltre, dallo studio dei costi del 2016, ai costi di disattivazione e smaltimento (costi di base) è stato aggiunto un blocco di costi completo per i rischi e le opportunità, che sono calcolati con un grado di affidabilità molto elevato, e un blocco di costi per le imprecisioni di previsione. I costi totali calcolati sulla base di questa nuova struttura dei costi sono robusti e resistenti. Ciò garantisce che i fondi necessari per la disattivazione e lo smaltimento saranno disponibili fino alla fine dell'obbligo di contribuzione, ossia al completamento della disattivazione del rispettivo impianto nucleare e quindi circa 15-20 anni dopo la disattivazione finale.